Silvio e Amelia

SABATO 7 OTTOBRE - PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA - Un’esposizione di cartoline illustrate…
Silvio e Amelia

SABATO 7 OTTOBRE 2017 | ore 17.00
PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA
Centro Culturale Livia Bottardi Milani

Un’esposizione di cartoline illustrate che tra il 1915 e il 1917 Silvio Fiumi e Amelia Botti, una coppia di giovani di Mantova divisi dallo scoppio della prima guerra mondiale, utilizzano per tenersi in contatto e per raccontarsi al di là dell’orrore…

Silvio e Amelia

Un’esposizione di cartoline illustrate che tra il 1915 e il 1917 Silvio Fiumi e Amelia Botti, una coppia di giovani di Mantova divisi dallo scoppio della prima guerra mondiale, utilizzano per tenersi in contatto e per raccontarsi al di là dell’orrore.

Una storia nella storia che è anche occasione per osservare l’evoluzione della moda dai primi del Novecento fino agli anni della Prima guerra, dato che Amelia, impiegata nel negozio di tessuti Raffaello Grigato di Mantova, sceglieva accuratamente tra le splendide cartoline illustrate in auge all’epoca quelle da inviare e farsi inviare da Silvio. Particolare attenzione è stata riservata a quelle che hanno come soggetto giovani donne eleganti, le così dette serie di “donnine”, simbolo dell’eleganza e dello stile dell’epoca.


La corrispondenza durante la Grande guerra

Silvio e Amelia

Le lettere e le cartoline erano, durante il conflitto, il solo modo per mantenere un contatto con i propri cari, rappresentavano un grande conforto per i soldati e mantenevano viva la speranza di tornare finalmente a casa e alla vita di prima.

I soldati erano in buona parte analfabeti, così i compagni che sapevano leggere e scrivere si prestavano spesso ad aiutare gli altri.

Nel periodo dal 1915 al 1918, tra lettere cartoline, è stato calcolato un totale di 4 miliardi di corrispondenza, con una media di circa 3 milioni al giorno; dall’esercito al Paese, dal Paese all’esercito e da fronte ad altro fronte: un fiume di inchiostro ha mantenuto uniti fidanzati, genitori e figli, fratelli e sorelle, amici, colleghi… Il potere di queste scritture era così forte da destare la preoccupazione degli alti gradi dell’esercito, tanto da fare intervenire una Censura sempre più capillare ed inflessibile, per cancellare ogni manifestazione di paura, di avversione alla guerra, ogni allarmante notizia, ogni disperato richiamo.

Silvio e Amelia erano entrambi di Mantova, dai loro scritti si intuisce che fossero fidanzati. La morte in guerra di Silvio, soldato del 228° reggimento fanteria, disperso sul Carso nell’agosto del 1917, ha spezzato il loro futuro assieme e Amelia non si è mai sposata.

I due innamorati si scambiarono centinaia tra cartoline e lettere, scrivendosi quasi ogni giorno, anche più volte nella stessa giornata. Nella primavera del 1917, Silvio spedì un pacchetto ad Amelia con tutta la corrispondenza ricevuta da lei, sembra di capire in risposta al desiderio della ragazza di poterla preservare da ogni rischio. La presenza nel carteggio di scritti posteriori ci fa pensare che qualcuno, dopo la morte di Silvio, abbia avuto cura di far pervenire alla famiglia e ad Amelia le sue cose.


L’epoca d’oro della cartolina illustrata

CARTOLINA ILLUSTRATA

Nata nella seconda metà dell’Ottocento come efficace e sintetico strumento di comunicazione, la cartolina illustrata ha attraversato le epoche, divenendone testimone e accompagnando le tante storie personali di chi scelse di affidare a questo spazio circoscritto i propri pensieri.

Dal 1898 alla fine della prima guerra mondiale, epoca d’oro della cartolina Art Nouveau, importanti case editrici, tra cui la Philipp Kramer a Vienna, la Ricordi a Milano, la Raphael Tuck a Londra, pubblicano cartoline avvalendosi della collaborazione di artisti famosi.

Alcuni nomi importanti sono rintracciabili anche nella collezione di Amelia Botti, in particolare nella selezione qui proposta di ritratti di donne:

Alberto Bianchi (1882-1969), illustratore per giornali e riviste come il Corriere dei Piccoli, La Lettura, Il Secolo illustrato, e autore di vari bozzetti per fortunate serie di cartoline, caratterizzate dal gusto elegante e frivolo della high society di cui era assiduo frequentatore. Fu anche cartellonista di successo, fra i suoi manifesti più noti quelli delle Fiat Ardita e Balilla e per le calze Omsa.

Luigi Bompard (1879-1953), pittore e illustratore bolognese, riesce a creare un linguaggio proprio fondato sulla precisione del segno e sull’ironia. Cronista in punta di matita per le maggiori riviste d’epoca, tra cui L’Illustration di Parigi e La lettura di Milano, è attento osservatore di costumi e atteggiamenti, seguendo l’evolversi della moda.

Tito Corbella (1885-1966), pittore, ritrattista e cartellonista, autore di numerosi manifesti pubblicitari, anche di soggetto cinematografico, lavora per Ricordi a Milano e per il cinema a Roma. Rimane, però, famoso per le lunghissime serie di cartoline raffiguranti donne eleganti e coppie innamorate, che ha illustrato negli anni ’20.

 


Il Liberty e la moda

Liberty

Dai primi anni del Novecento una nuova espressione artistica appare in Europa, sotto il nome di Modern Style in Inghilterra, di Art Nouveau in Francia, di Jugendstil in Germania, di Liberty in Italia e si basa su motivi improntati alla linea curva e alla voluta ornamentale.

La moda sposa questo stile, accordandolo però ad un’impronta di praticità imposta da una vita sempre più attiva. Scompaiono le maniche rigonfie, il busto rimane ma si modifica, protende il petto in avanti e serra la vita, facendo assumere al corpo la sinuosa linea a “S”.

Si impone un capo di origine inglese, composto da giacca di taglio maschile accompagnata da una gonna con camicetta: il tailleur.

L’abito o la camicetta culminano con un colletto risalente fin sotto il mento, ornato da un’increspatura in pizzo. Il cappello è un accessorio imprescindibile, si semplifica aderendo al capo ma non rinuncia a motivi decorativi e floreali oltre che alle famose piume di struzzo.

Dagli Anni Dieci si manifestano in modo più evidente i sintomi di un’effettiva trasformazione.

Paul Poiret, il sarto parigino di fama internazionale, abolisce definitivamente il busto a stecche restituendo alla donna libertà di movimenti. Le sue creazioni sono di linea dritta, accarezzano, attenuandole, le forme del corpo, pur rimanendo legate al concetto lussuoso e decorativo dell’abito. Fa la sua comparsa lo scollo a “V”, anche molto profondo, i capelli perdono volume e tendono a seguire la forma del capo, ma sono spesso arricchiti da turchesi e brillanti, soprattutto la sera.

È l’Inghilterra ad avere lo scettro della moda maschile, grazie anche al Principe Edoardo, assoluto arbitro di eleganza. L’abbigliamento da giorno è piuttosto austero e semplice, ma nelle cerimonie l’etichetta non consente deroghe e impone frac nero a coda di rondine indossato su gilet, camicia, con collo ad alette, e farfalla bianchi.

Anche l’abbigliamento bimbi risponde sempre più alla praticità, adeguandosi alle esigenze dell’infanzia. Rinuncia a pizzi e gale e adotta linee pratiche ed essenziali, pur con cura dei particolari ed estrema raffinatezza delle confezioni.


Evento organizzato all’interno di
“ornaMenti – Inaspettati racconti di moda”



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